martedì 8 aprile 2014

SPQC

Questa sigla non l'ho inventata io, ma un'amica che vive qui a Suzhou, China. 
Sono pazzi questi cinesi.
Non passa giorno, confesso, che non mi venga in mente; partendo dal presupposto che anche i cinesi, probabilmente, pensano lo stesso di noi, l'ultima occasione in cui mi è balenata in testa è stata quando ho preparato il piatto dei salumi...
Lasciamo stare che è patetico cercare salumi in un posto in cui normalmente non li consumano; il mercato globale fa sì che Casa Modena sia sbarcata in Cina, perciò quando l'astinenza si fa sentire, possiamo pateticamente porvi rimedio.
Tornando ai nostri salumi, oltretutto, mi sono anche avventurata in suolo ispanico, perchè nel market in cui mi trovavo altre marche non c'erano, per cui ho preso un prosciutto spagnolo, avvolto in elegante confezione scura, e me lo sono portata a casa.

In cucina si stava diffondendo il profumo delle tigelle, la tavola era apparecchiata, comincio a tagliare l'involucro e... mi si presenta la visione di cinque – dicasi – cinque buste clone della principale in cui erano avvolte altrettante fette di prosciutto!

Mentre comincio a farneticare di inquinamento, sviluppo sostenibile, pattume che ci seppellirà, protocollo di Kyoto e quant'altro, il mio consorte mi ha fatto notare che è tutta economia che gira: macchine impacchettatrici per produrre imballaggi per gli imballaggi... “Pensa a quanto lavoro, a quanti operai... per ogni singolo prodotto si moltiplica il quantitativo di attività che è richiesta, le operazioni si moltiplicano...” tralascio lo sguardo estatico da production manager e simili...
sarà... ma continuo a pensare: SPQC...