mercoledì 26 marzo 2014

Proprio vero...

Ho trovato su FB questa immagine e mi ha colpito, perchè l'ho sempre pensato anche io che ci sono persone simili a noi, affini, e che probabilmente non incontreremo mai.
E' uno di quei pensieri romantici in cui ci si crogiola aspettando l'anima gemella...
E' uno di quei pensieri su cui si possono costruire storie struggenti e strappalacrime...
Adesso che sono lontano da casa, lo sento ancora più mio.
L'ultimo post che ho scritto riguardo l'espatrio aveva un tono un po' acidulo, mi rendo conto rileggendolo. Il fatto è che avevo una serie di miti, o forse preconcetti, su chi vive all'estero, lontano da casa e mi sono dovuta ricredere e ridimensionare. Soprattutto, per quanto si tenda a sentirsi sicuri entro il proprio piccolo gruppo di connazionali, non per questo vengono meno le differenze personali di carattere e inclinazioni... insomma, non ci si può trovare per forza simpatici solo perchè si proviene dalla stessa Patria.
Lo so, non è un pensiero politicamente corretto, ma è la verità e, in fondo, non c'è niente di male, anzi... non perchè si è all'estero viene meno l'istintivo meccanismo delle simpatie e delle antipatie.
Detto questo, l'espatrio ti restituisce, a sorpresa, una manciata di quelle persone – italiane e non – che sono state seminate a “casso” dal destino o dalle divinità varie, questo lo devo riconoscere.
Così è bello passeggiare per le viuzze del centro della città, in compagnia di un'amica, ad esempio, olandese, scoprire con lei la cucina della parte musulmana della Cina, ridere perchè si riesce a capire che le signore cinesi stanno commentando l'altezza non comune della tua compagna, sguazzare nelle pozzanghere cercando un caffè che non sia Starbucks...
Così come è bello imparare ricette tipiche napoletane da quella che è la preside della scuola in cui fai la volontaria, davanti ad un caffè che mediamente richiede due ore di chiacchiere fitte per essere terminato.
Citando a caso due esempi.
L'anno scorso sono arrivata qui con gli aculei e una disposizione di spirito non proprio serena; preoccupata per l'impatto sui figli, sentendo la mancanza del mio lavoro, sentendomi in colpa per tutto il tempo a disposizione e in colpa per non essere al lavoro... un delirio...
Con le mie tipiche capriole mentali mi dava perfino fastidio avere la possibilità di fare cose, qui, con persone appena conosciute; mentre in Italia trovarsi a prendere un caffè tra colleghe o amiche richiedeva una programmazione di settimane, triangolando lavoro, figli, momenti liberi, consorti, malattie e sfighe varie in agguato...
I mesi sono passati; le ansie si sono placate e così anche gli aculei sono rientrati. Chissà, forse ho assorbito anche un po' di spirito zen - che non guasta in un posto dove con grandi sorrisi spesso nascondono molto bene di non avere capito nulla di quello che stai chiedendo, e quindi non ti arriva il cibo giusto in tavola, oppure il taxi all'ora giusta, o simili- così ho abbandonato molte paturnie, cerco di prendere il buono che si presenta, anche dal lato umano, e proseguo nell'avventura.

domenica 9 marzo 2014

Piano piano...

Piano piano... invece di scrivere, "arredo" il nuovo blog. E' un modo per temporeggiare; in realtà ne avrei di cose da scrivere, cose che mi passano per la testa e anche per lo stomaco -  la mia testa e il mio  stomaco procedono all'unisono e quando va bene in gola mi sale una risata... altre volte si forma un nodo, il magone e sento un fastidioso e familiare pizzicore agli occhi...

In ogni caso, lenta lenta lemme lemme, rimugino e modifico... leggo un po' qui e un po' lì...  oggi ho scoperto come mettere i link ai blog che seguivo. Ho bisogno di ricreare un po' della vecchia atmosfera per sentirmi davvero a casa... il resto verrà...