Tempo fa una cara amica mi ha
detto che, probabilmente, la figlia teen-ager doveva sembrarmi un
alieno e io, spavalda, ho replicato che grazie alla mia esperienza a
scuola era più un deja-vù quasi esilarante (per la serie:
hogiàvistotuttoesocomeaffrontarlo).
In realtà mi rendo conto che
siamo solo all'inizio di questo interessante viaggio e forse sono
stata TROPPO spavalda.
Ogni, tanto, lo confesso, non
riconosco più la mia discendente; o meglio, credo che abbia
sviluppato almeno due personalità aggiuntive, che allietano di
quando in quando le nostre giornate.
La presenza più ingombrante è
sicuramente Ugo il Camionista: cammina con andatura combattiva, mani
in tasca, sboccato e litigioso. Gli esemplari di sesso maschile
scatenano generalmente il suo turpiloquio/insofferenza, salvo rari
eletti che meritano la sua cameratesca compagnia. I pomeriggi possono
trascorrere allora nella più completa armonia parlando di manga,
computer e programmi annessi, vidoegiochi e affini.
Questa entità abbandona il
corpo di quella che un tempo era la mia bambina, nel momento in cui il
turpiloquio contagia il pargolo minore, apprendista camionista:
allora riemerge la sorella solerte, nel senso che con solerzia si
mette ad infamare il fratello piccolo, ricordandogli che non deve
dire parolacce.
Saltuariamente fa la sua
comparsa Po, Il Guerriero Dragone/Panda pasticcione: il terrore delle
tovaglie bianche, disseminatore di macchie, allegro consumatore di
Nutella/maionese/gelato/aceto balsamico che lasciano immancabilmente
uno svolazzo sui vestiti – quando va bene solo sulle guance o sul
mento...
Si muove inconsapevole di limiti
e spazi vitali, per cui colleziona lividi/sbucciature/bernoccoli
collidendo con superfici piane o appuntite indiferentemente.
Mi sorge adesso un dubbio: sarà
per questo che quando noi, dell'era Giurassica, chiedevamo il
motorino a 14 anni, i nostri genitori cercavano in tutti i modi di
distoglierci dall'insana passione?
Cosa diavolo può combinare Po
il Pasticcione su due ruote motorizzate? Interrogativo inquietante,
che ora voglio accantonare.
Osservando quotidianamente
questa creatura in ebollizione, mi chiedo come le diverse
sfaccettature si ricomporranno. L'adolescenza è stata definita con
metafore diverse e, sicuramente, qualcuno avrà già usato il
paragone di un calderone: perchè questo mi fa venire in mente. Un
processo incandescente, una sorta di turbolenta alchimia che tutti
abbiamo attraversato e da cui siamo emersi come adulti(?) quali ora
siamo.
Mi domando se, e quando,
compariranno altre simpatiche presenze e, soprattutto, quali. Perchè
lo confesso, Ugo e Po mi stanno simpatici.
Sicuramente più
simpatici di Barbie Ommioddiomisièspezzataununghia o della sua amica
Diva Guardachevestitoborsascarpefighecheciò.
2 commenti:
Hogiàvistotuttoesocomeaffrontarlo... No, non dirò così, anzi sono convinto che non ci sia una casistica valida per tutti i casi, troppe variabili...
Potrei suggerire solo soluzioni sperimentali, tipo stupirli facendo peggio di loro (possibilmente escludendo l'autolesionismo :-) )... Costringerli al rimprovero per cose che loro fanno comunemente. Questo risultato potrebbe essere una vittoria, se invece ti diranno "A ma' sei troppo avanti!" ... allora bisognerà cambiare metodo.
ahahah non ti invidio neppure un pò...
ho alle spalle gli anni adolescenziali di mia figlia... coraggio se ne esce vive :)
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